Quando qualcuno ti chiede che lavoro fai e tu rispondi la ballerina. E lui col sorriso ribatte “no, il vero lavoro intendevo”.

In quell’ attimo come fai a spiegare dieci anni di accademia, come puoi dire tutti i tuoi sacrifici e le pene passate, se ripensi alle paure prima di ogni performance; e poi dovresti spiegargli delle audizioni, quelle andate bene e quelle che ti hanno steso. 
Ci sarebbe da dirgli che lavorando hai girato mezzo mondo, visto teatri e posti incredibili e conosciuto danzatori e in generale gente di ogni posto del mondo e di ogni cultura, e che questo ha aperto la tua mente e ti ha arricchito. E poi bisognerebbe raccontargli tutti i dolori fisici e i soldi spesi in fisioterapia. Ah certo, poi sarebbe anche da dirgli che un po’ di anni fa, quando i teatri erano ancora in vita, in una serata noi danzatori potevamo guadagnare quasi quanto un impiegato in un mese. 
Che quando stai all’estero e dici di essere un’artista, l’unica emozione che susciti è quella della gioia e dell’ammirazione.
Ma poi penso, come faccio a raccontargli tutte queste cose?

E così la mia risposta è stata semplicemente 
“Si, sono una ballerina di professione, 
che tu ci creda o no!”
Mentre dentro urlavo per quanta ignoranza regna e per quanto poco venga considerata l’arte e la cultura in Italia.

Don’t stop dancing 
#dontstopdancing