È snervante ed estenuante dovere costantemente lottare per fare capire e accettare alla gente che di arte si vive.
Nel 2020, dovere ancora ribadire che centinaia di migliaia di persone campano lavorando nei vari settori dell’arte è mortificante. E non pensiamo soltanto a tutti coloro che calcano le scene, ovvero ballerini, musicisti, cantanti, teatranti, scrittori, pittori, scultori, fotografi.
Pensiamo a tutte le maestranze e i tecnici che lavorano dietro alle quinte, affinché quelle enormi macchine vadano spedite e senza intoppi. Truccatori, parrucchieri, direttori di scena, di palco. Attrezzisti, macchinisti, sarte, scenografi e costumisti. Fonici, tecnici luci. Manager, tour manager e logistica. Produzioni e segretari di produzione. Direttori artistici, musicali, sovrintendenza.
Siamo italiani e nel nostro DNA scorre l’arte, perché qui sono nati Verdi, Puccini, Bernini, Taglioni, Pavarotti, Modotti, Pirandello.
La lista sarebbe meravigliosamente lunga.
E il nostro orgoglio rispetto a tale prestigio dov’è finito?
Perché non riusciamo più a farne un vanto?
Perché facciamo fatica ad accettare che un giovane cantante o ballerino faccia questo di mestiere? E non per hobby!
Ma in questa attuale emergenza, il problema degli italiani è chiaramente la riapertura dei ristoranti.
Quando chiediamo le tempistiche per i teatri, le scuole di danza, veniamo scherniti e derisi. Ci danno dei superficiali per avere posto queste domande. Perché prima vengono le cose importanti, serie. Poi lo svago.
A voi IGNORANTI vogliamo ancora una volta ricordare che l’arte è l’anima di questo mondo.
E che se questa quarantena sta trascorrendo in maniera lieta e meno noiosa, per ciascuno di noi, è soltanto grazie all’arte:
agli scrittori per i libri che leggiamo
agli attori/registi/sceneggiatori per i film/serie che vediamo in tv
ai musicisti/cantanti per i concerti o i cd registrati
ai ballerini per alleggerire e abbellire le nostre anime
E a tutte le centinaia di migliaia di figure professionali che hanno lavorato per realizzare tutto questo.
Quindi, ogni qual volta che si parla di arte, toglietevi il cappello cari signori.
E auguratevi tutti, come noi, che i teatri e tutti gli eventi possano ripartire al più presto, perché da essi dipendono troppe famiglie.